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gli appunti a cura di Nosari Roberto

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INFORMATICA DI BASE

Capitolo 3: Il computer, le basi

Il computer e le sue componenti (schede, periferiche, ecc.)

 

Supponiate di voler acquistare un Personal Computer. Non dovrete andare molto lontano, i PC si trovano quasi dovunque: nei negozi di informatica, in quelli di forniture per ufficio, persino nei grandi magazzini e negli ipermercati. Quello però che sconcerta sono le  misteriose sigle che accompagnano i vari modelli.

Oggi, infatti, un Personal Computer multimediale avrà più o meno le seguenti caratteristiche:

 

Pentium II Processor 333 Mhz.

Case ATX Tower.

Maiboard ATX, con Chipset 440 LX con AGP integrato.

Cache 512 Kb sincrona.

RAM 64 MB sincrone (SDRAM), espandibile a 384 MB.

HDD da 8,4 GB Ultra DMA ATA 33 & FDD 3,5”.

Scheda video ATI Xpert Rage Pro 8 MB AGP.

Supporto USB.

Lettore CD-ROM 32X

Scheda audio 3D 16 bit‑stereo.

Tastiera italiana 105 tasti per Windows 95.

Monitor 17” Dot Pitch 0,25; risoluzione max 1600 x 1200 a 75 Mhz.

Stampante bubble jet colore in esacromia con tecnologia PhotoREt 5 ppm B/N 1,7 ppm a colori.

Free scan ad interfaccia parallela, trascinamento bidirezionale, risoluzione  600 x 600 dpi ottici, 4800 interpolati.

 

Se non siete degli esperti la prima cosa che penserete è «ma e tutto terribilmente complicato!». Infatti, nessun altro elettrodomestico o bene di largo consumo costringe l'acquirente a destreggiarsi tra tanti acronimi e numeri.

Niente paura, però, questo testo vi aiuterà a svelare i piccoli ed i grandi misteri del gergo informatico.

I computer sono ormai dovunque. Il versatile chip (*1) si è trovato un posto nelle nostre case, nelle nostre scuole, nel nostro lavoro, nel nostro tempo Iibero.

Il vocabolo, di origine inglese, indica oggi quello che più correttamente si dovrebbe chiamare elaboratore elettronico digitale. L'aggettivo "elettronico" fa riferimento alla tecnologia impiegata, mentre digitale è legato alla scelta di rappresentare le informazioni mediante numeri. Ma è soprattutto il termine "elaboratore" che meglio chiarisce  la caratteristica fondamentale di queste macchine: non tanto eseguire calcoli, quanto operare trasformazioni sui dati. La lingua italiana consente di tener conto di entrambi gli aspetti, disponendo sia del termine calcolatore (diretta traduzione dell'inglese computer), sia dei termine "elaboratore", per indicare una macchina che opera trasformazioni su dati non necessariamente numerici.

I calcolatori elettronici venivano considerati nel passato come un unico apparato, oggigiorno, invece, si pensa ad essi come ad una serie di componenti assemblati assieme (hardware) (*2) che possono crescere ed essere implementati nel tempo.

Le funzioni da eseguire, i comandi operativi e la serie di dati sono racchiuse in una serie di istruzioni elementari leggibili dal sistema che costituiscono invece il corredo operativo dei computer (software).

Se un giorno, il computer di cui disponiamo dovesse andarci stretto non è detto che la soluzione sia necessariamente la sostituzione di tutta la macchina. Infatti, per nostra fortuna, i PC hanno una struttura modulare che, nella maggior parte dei casi, permette l'aggiunta di nuovi dispositivi, o la sostituzione di quelli ormai obsoleti.

Possiamo, ad esempio, incrementare la memoria RAM, collegare un CD-ROM, un secondo hard disk, inserire schede elettroniche ed in taluni casi, aggiornare il processore od anche la scheda madre.

 

 

(*1)Con il termine Chip, letteralmente “sfogliatina di patate", vengono ormai indicate le piastre di silicio sulla quali sono montati i circuiti elettronici, ele­menti base dei computer, L'uso di soprannomi affettuosi divenuti poi veri e propri  nomi di compo­nenti è abbastanza diffuso, in informatica.

(*2) Il termi­ne hardware,  traducibile come "ferraglia” era il nome utilizzato dai rivenditori di articoli di ferramenta ed indica la parte "solida" cioè la struttura fisica come le schede ecc.

Senza entrare troppo nel dettaglio diciamo che l'operazione di potenziamento consta di due passi: installazione dell'hardware ed installazione dei software di gestione.

La prima fase consiste nell'impiantare fisicamente il nuovo dispositivo all'interno dell'unità centrale e di collegarlo, correttamente, alla scheda madre. Ciò comporta, necessariamente, l'apertura del case o cabinet (il contenitore), per cui l'operazione, sebbene semplice, richiede una minima esperienza ed è sempre bene lasciarla a mani esperte, soprattutto se non si è mai visto farla. Se si vuole inserire una nuova scheda (quella audio, o una SCSI, un modem, o per la rete), occorre individuare gli appositi connettori sulla mother board (scheda madre). Li riconoscerete subito perché sono stretti e lunghi ed in loro corrispondenza sul case ci sono delle sbarrette rimovibili, che servono per il collegamento a dispositivi esterni (ad esempio le casse e il microfono nel caso della scheda audio).

Se invece si vuole incrementare la RAM (la memoria), acquistando altre SIMM. (Single In‑line Memory Module), che è il nome, dei moduli di memoria, cercherete sulla scheda madre gli slot (connettori) predisposti ad ospitarli. In questo caso dovrete fare attenzione alle velocità di accesso, altrimenti potreste avere grossi problemi.

La seconda fase consiste nell'installare i driver di gestione (Software, cioè programmi). In pratica il sistema operativo deve essere informato della  presenza del nuovo elemento, fornendogli tutte le notizie per poterlo utilizzare. In genere, soprattutto quando ci sono diversi dispositivi di espansione già installati, si possono verificare dei conflitti interni. In pratica il processore  non sa bene quali dati gestire e quindi segnala un errore. Bisogna dire che sono stati enormi gli sforzi dei produttori rivolti alla semplificazione delle operazioni di espansione, (in modo da renderle possibili a tutti) giungendo al cosiddetto “plug and play", che significa “installa e utilizza". Questa filosofia ha costituito la scommessa su cui ha investito anche la Microsoft per il sistema operativo Windows 95. Purtroppo sono tanti e tanti i costruttori e gli standard che ancora oggi il "plug and play" è piuttosto lontano da essere una realtà.

Sebbene i PC di oggi abbiano più o meno le stesse specifiche, esistono comunque alcune differenze significative che occorre sa­pere. Alcuni PC, ad esempio, offrono più spazio di altri per le espan­sioni (slot).­

Un buon Personal Computer dovrebbe avere almeno tre slot libe­ri dove inserire le schede di espansione ed un vano vuoto per un nuovo drive.

Per sapere quanti slot di espansione sono disponibili nel vostro computer, basta guardare la parte posteriore dei PC (Personal  Computer). Il numero di barrette di metallo senza alcun connettore, indica generalmente il numero degli slot liberi.